Buongiorno a tutti!
Innanzi tutto mi scuso per l’emozione dovuta al sedere per la prima volta fra questi banchi. Sono davvero felice, entusiasta per questo incarico, come immagino sia anche per i neo-consiglieri di maggioranza e minoranza: a tutti noi auguro davvero un buon lavoro e un buon inizio di legislatura.
Desidero mandare un saluto a Sandro e ai miei compagni dell’associazione Da Adesso in Poi – Vicenza Capoluogo che cercherò di rappresentare al meglio!
Oggi noi ci asterremo in relazione all’esame delle condizioni di eleggibilità di Sindaco e Consiglieri.
La nostra astensione vuole essere benaugurate e responsabile.
Personalmente, non avendo di fatto partecipato alle scorse legislature e alle precedenti amministrazioni, così ben rappresentate in Giunta e in maggioranza da personaggi storici della politica vicentina, non posso portare un’opposizione preconcetta.
Offrirò a tutti il beneficio del dubbio: avrete molto da lavorare per mantenere le promesse fatte ai i cittadini. Vi vedremo alla prova dei fatti, ma assicuriamo già da ora una opposizione leale, collaborativa, e che nell’esclusivo interesse generale non farà sconti, in rappresentanza di una parte di città, ed è grande, che non si riconosce in questa maggioranza né sui temi né sui modi.
Purtroppo non siamo partiti col piede giusto.
L’attuale maggioranza ha iniziato con un gesto di grande importanza politica, non una “sottigliezza” come si vuol far credere portando in fretta la vicenda verso il dimenticatoio: oggi non è stata rispettata la promessa del Sindaco riguardo le dimissioni di consiglieri militanti o simpatizzanti di posizioni nazifasciste. Era un impegno preciso preso – se non altro – per dovere verso le radici storiche del nostro Paese e della nostra città, e dettato dal suo ruolo di primo amministratore di Vicenza.
Il passo indietro è un atto di grave incoerenza che ci fa quantomeno dubitare della fermezza e della leadership del Sindaco, che ha scelto di aspettare un eventuale successo elettorale per nascondere la questione sotto il mantello della “volontà popolare”, evitando così di arrivare ad una soluzione, come impone invece il suo ruolo.
Sulla questione – è chiaro – non abbiamo intenzione di spendere 5 anni di legislatura: la vicenda parla da sola e certamente la Città sta aspettando ben altro. E non mi riferisco al degrado, al traffico, al “regno della criminalità” – come è stata descritta Vicenza in questa campagna elettorale.
Nel Giornale di Vicenza di domenica 24 Laura Pilastro ha parlato del rapporto Istat su Vicenza, il quale evidenzia come – ad esempio – questa non sia una città facile per i giovani, e come siano in aumento quelli che sono costretti a lasciare Vicenza. Solo 4 su 10 hanno un lavoro, il 12 per cento non studia e non ha neanche un’occupazione, eppure il ruolo dell’educazione e della conoscenza è percepito come centrale nelle persone fra i 25 e i 39 anni , è addirittura il doppio rispetto al 2004.
Perché ne parlo? Perché stiamo parlando dell’età di alcuni dei candidati e consiglieri coinvolti. E stiamo parlando di educazione e conoscenza.
Sia chiaro: etichettare una persona per certi periodi della propria vita è sbagliato, e le scuse sono un passaggio giusto. Ma non è sufficiente.
Perché il problema non sono certo i post su Facebook, ma la posizione ideologica poco chiara dei consiglieri e delle liste. Nel loro ruolo, se il “percorso civico” li ha recuperati, dovrebbero rifiutare limpidamente qualsiasi accostamento al fascismo, oppure abbiano il coraggio di difendere le proprie convinzioni di fronte ai loro elettori e dichiarino apertamente di essere fascisti.
Le dimissioni sarebbero un segno di rispetto verso i cittadini, verso Vicenza e la sua medaglia d’oro, verso le più di 500 persone candidate a questo ruolo e – anche – verso quelle persone di cui parlano i Dati Istat: vicentini competenti, dai valori solidi, che non cambiano idea a secondo dell’incarico che si ricopre o delle tendenze politiche del momento, giovani a disposizione di una città che non sempre li valorizza. A questo proposito consentitemi una parola sul ragazzo il cui striscione è alle nostre spalle, appeso su un lato di Palazzo Trissino: Giulio Regeni. Il ministro Salvini ha dichiarato che la sua è una “storia privata, di famiglia”: speriamo invece che il Sindaco mantenga lo striscione di questo giovane emigrato, un cervello rappresentativo della nostra generazione andato all’estero.
Concludo ricordando che il Sindaco e i consiglieri di cui parliamo, si professano civici. Ma cosa significa essere civici? Tanti, direi ormai tutti, lo dicono ma non lo sono. Allora vogliamo che questa giunta, che ha un sindaco che si professa civico, lo sia veramente. Con la partecipazione, l’attenzione al dialogo, un occhio di riguardo agli ultimi e a quelli che se vanno. Il sindaco tra breve giurerà fedeltà alla costituzione e alle leggi dello stato… Bene: se rispetterà i principi fondamentali della costituzione non farà errori: tutelerà tutti, senza alcuna distinzione di razza o religione o reddito, ripudierà la guerra e più in generale l’uso della violenza per risolvere i problemi, rispetterà le altre istituzioni e l’impianto democratico, valorizzerà il consiglio comunale.
Pretendiamo di non abusare del “civismo”, come succede a ridosso della scelta per il nuovo Sindaco, per nascondere all’interno di questo mondo politici storici e riciclati: o peggio, come scorciatoia per chi si vuole candidare senza un minimo di selezione, rinnegando i temporaneamente i propri valori, riprendendoli in mano finita la campagna elettorale, nel teatrino già tristemente conosciuto.
È questo ciò che più porta alla gravissima disaffezione di oggi verso il mondo politico (a Vicenza non ha votato il 45% dei cittadini – quasi la metà degli elettori) ma soprattutto non è questo ciò di cui la città ha bisogno.