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Accanto alla fermezza serve la solidarietà

Le recenti cronache cittadine, centrate sul tema SICUREZZA, hanno spinto me e Sandro Pupillo a scrivere questo comunicato che riporto qui nella sua interezza, perché sui giornali è stato in parte tagliato. Siamo stati all’incontro al parco Fornaci, raccogliendo varie testimonianze. Su questo tema siamo molto preoccupati, soprattutto per le azioni future della Maggioranza (per adesso è cambiato poco o nulla rispetto all’amministrazione precedente) e per il metodo comunicativo adottato. Sindaco e consiglieri non perdono infatti occasione per farsi fotografare ai controlli e, in ogni occasione, esce a seguire un comunicato stampa: il sito del Comune ormai è diventato un bollettino di propaganda, più che un organo informativo sulle opportunità della nostra città. Questo il testo:

Lo scorso 20 maggio, sulle pagine del Giornale di Vicenza, il sindaco Rucco affermava: “Le persone che hanno pubblicato post fascisti, antisemiti, omofobi o razzisti, abbiano la correttezza, se eletti, di fare un passo indietro.” Uno di questi è Nicolò Naclerio a cui il sindaco ha chiesto, quando eletto, di fare un passo indietro, e che ora – come nelle più classiche storie d’amore – è stato promosso suo fedele “braccio destro” durante le ultime azioni di controllo, di “pulizia” e di sgombero.
Naclerio in conferenza stampa si è lasciato subito scappare una frase che fa capire come questa amministrazione intende ed intenderà affrontare i problemi legati alla sicurezza: “Laddove ci sono situazioni di emergenza, rispondiamo con misure di emergenza”.

Questa affermazione è allarmante. Le situazioni emergenziali non si risolvono con misure emergenziali! Queste servono solo a spostare i problemi, a rimandarli e a rinviarli. Bisogna invece intraprendere percorsi difficili, complessi, lunghi, di rete. La mano della fermezza è certamente importante quando si ha a che fare con criminali e con persone che non hanno alcuna intenzione di collaborare. Ma accanto alla fermezza è indispensabile ci sia sempre la mano della solidarietà. Il pugno di ferro non serve a nulla se non accompagnato anche da approccio umano.
Abbiamo ancora nella mente l’intervento del Consigliere alla seduta del Consiglio del 24 luglio sulle Linee Programmatiche. Parole che tradivano precisi riferimenti alla sola repressione e all’instaurazione di un clima poliziesco, tant’è che pensavamo di assistere a un film di guerra più che ad un dibattito sul futuro della città. Fatichiamo a credere di vivere nella stessa città che Naclerio ha descritto durante la seduta , quando afferma che Vicenza è “ostaggio della criminalità, del degrado e del malcostume”, dove “accadono gravi fatti di sangue”. “Non vederlo sarebbe diabolico” – aggiunge il Consigliere. “La principale forza dell’amministrazione è la Polizia. I nostri vigili si specializzeranno contro l’accattonaggio molesto, diventeranno lo scudo di ogni cittadino onesto. Verrà creato un sistema di cittadini specializzati. Chi bivacca e chi spaccia droga sarà nemico dell’Amministrazione.”

Ci teniamo “diabolicamente” a ribadire, invece, che la Città di Vicenza non è in guerra contro nessuno, non è il far west che viene descritto e la nostra comunità non intende banalmente solo dare la caccia – sarebbe troppo facile – ai meno fortunati e a chi vive nell’indigenza.
Non ignoriamo i problemi, co
me ad esempio Campo Marzo. Ma nemmeno li usiamo per dipingere una realtà distorta, come successo recentemente con la triste propaganda delle panchine a Parco Fornaci. È noto che in città le percentuali di criminalità sono in costante calo da anni, le stesse Fornaci sono fra gli spazi verdi più frequentati e amati dalla cittadinanza.

Ci sono soggetti che possono essere recuperati. I temi legati alla sicurezza non devono mai essere disgiunti dall’inclusione sociale e dalla lotta alle povertà e alle marginalità, che non possiamo ignorare né risolvere solamente con metodi repressivi. Le pene, le sanzioni, le condanne, prendendo spunto dall’art. 27 della nostra Costituzione, non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione di chi le riceve. Al centro ci deve essere sempre la persona che è fondamento di ogni società. Chi sono questi soggetti, sono gruppi a rischio, sono giovani?
Un invito quindi rivolto al Sindaco di farsi accompagnare (e “consigliare”) non solo dalle forze dell’ordine, che possono tamponare momentaneamente i problemi, ma anche da istituzioni, enti, associazioni (come il Sert, la Caritas, i mediatori culturali, gli stessi cittadini) che possono in gran parte risolverli. Oltre alla repressione, ci deve essere la prevenzione.

Farsi fotografare quotidianamente accanto al vigile di turno è troppo facile. La vera sfida è ridurre in principio il rischio di comportamenti criminali.

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