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ADESSO BASTA!

Oggi il nostro consigliere comunale Giovanni Selmo in rappresentanza della nostra Associazione ha partecipato alla manifestazione regionale organizzata dalla Rete degli Studenti Medi e dall’Unione degli Universitari per chiedere le dimissioni dell’assessore regionale Elena Donazzan.
Di seguito pubblichiamo il discorso di Giovanni, ringraziandolo per aver portato la sua e nostra voce a Venezia.
“Era il 2007, quarta superiore, rappresentante di istituto.
Ricevo dall’allora assessore regionale all’istruzione un cofanetto per la Giornata del Ricordo , libro, filmato e due bandiere, quella italiana e quella regionale, che conservo tuttora.
Fu il mio primo “incontro” con Elena Donazzan. Per inciso, il libretto in questione non si trattò dell’unico caso, poi dimostrato, di manipolazione ideologica di fatti storici delicati e reali, spesso legati alla valorizzazione delle nostre matrici religiose e nazionalistiche, di diffusione di testi dal dubbio valore scientifico, o non originali.
Credo nella scuola, credo nella definizione “tempio laico” e credo nelle scelte, nei talenti e anche negli errori di studenti e insegnanti. Credo io stesso di sbagliare spesso, come insegnante.
Qui però parliamo di una persona che ricopre un incarico di responsabilità preciso e delicato. Per il ruolo e le responsabilità pubbliche che ricopre l’assessore Donazzan un gesto, un segno, parole come quelle pronunciate dall’assessore, sono gravi.
Lo abbiamo visto a Vicenza, recentemente, quanto la forma sia sostanza, proprio con il caso di quelle parole e quei gesti della Dirigente del Fogazzaro – difesa a spada tratta dall’Assessore – che hanno così colpito ragazzi e ragazze, ma anche molti adulti e colleghi.
Ma l’Assessore non si limita a un linguaggio aggressivo, a tratti violento e incostituzionale, alle parole fa seguire gesti precisi e scelte politiche.
La scuola non deve essere coinvolta in questo gioco.
È e deve essere sempre di più il luogo dell’empatia, della relazione, della libera scoperta di sé, dello sbaglio e dei tentativi, della valutazione formativa – e vi parla un insegnante in anno di prova, che sta imparando anche lui. La scuola delle discriminazioni, delle etichette, dell’ordine e della disciplina, della matita blu e del grembiule è un sogno opprimente, fuori dal tempo. Per fortuna la scuola non è Elena Donazzan.
Non ho mai citato finora Cloe Bianco perché non conosco la sua storia, le sue ragioni, e perché non siamo qui per distribuire sentenze. Ma siamo qui per dire che nel 2022 un insegnante è un insegnante se si è formato, ama il suo lavoro e sa trasmettere amore per il sapere ai suoi alunni e alle sue alunne, non importa che sia trans, gay, lesbica o omosessuale.
Siamo qui per dire che il lessico, le argomentazioni e le ideologie dell’Assessore non hanno nulla a che vedere né con il mondo dell’educazione e dell’insegnamento, né con la nostra Costituzione.
Conosciamo l’assessore e sappiamo che le scuse non arriveranno mai. Ma la cosa che ferisce più di tutte è che un finale tragico come quello che è stato per Chloe meriterebbe almeno un minimo di commozione, coinvolgimento.
L’immagine di una politica immobile che non riesce più a fare un passo indietro”.

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