L’annunciato (per ora) terzo stralcio dei lavori per campo Marzo, porterà a un recupero dell’area in “un’ottica anti-bivacchi”. La strategia è quella già vista (con pochi per non dire nulli effetti) in numerose città: sedute singole per evitare che le persone possano sdraiarsi o dormire, e la creazione di aiuole con “arbusti tappezzanti” nei punti dove sono più frequenti i ricoveri di fortuna o lo stazionamento di persone.
Con la sostituzione delle panchine si impoverisce il parco, rendendolo poco fruibile a chiunque, e contemporaneamente non si agisce sulla coesione sociale o sulle persone che bivaccano, che si sposteranno semplicemente. È insomma l’ennesima dichiarazione di resa dell’amministrazione Rucco e delle politiche anti-degrado che, in quasi 5 anni, non sono affatto riuscite a fare quanto promesso, quando il candidato Rucco aveva raccontato una città-Bronx, usando le fragilità della comunità che nessuno nega, ma amplificandole e poi trascurandole. Oggi la città vive difficoltà sociali maggiori e per giunta allargate ai quartieri, non solo in Campo Marzo.
Il bello è che gli interventi sono previsti nel progetto finanziato con il bando Pnrr missione 5 “Inclusione e coesione”, componente 2 “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore”, fondi teoricamente volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale. Proprio su questo punto, la missione legata ai fondi, abbiamo l’ennesima riprova di un’amministrazione che si limita a ragionare con meri criteri populisti ed elettorali, stravolgendo con la retorica della sicurezza l’obbiettivo esattamente opposto di quei finanziamenti.
Come può una limitazione della libertà dei cittadini, l‘impedimento di una dimensione sociale, ricreativa, di tempo libero, avere benefici positivi sull’integrazione sociale? Eravamo critici anche quando amministrazioni di altro colore ordinavano il divieto di gioco sui prati, o di distendersi per leggere un libro. Quando si riducono i diritti dei cittadini, e i beni a loro disposizione (e stare in un parco lo è, anche seduti, anche in diverse persone assieme – famiglie, amici) non si aumenta la sicurezza collettiva.
La demolizione della sede della biblioteca è poi un fatto clamoroso. Quello spazio avrebbe permesso di seguire le fragilità di tanti che gravitano attorno al parco e poteva offrire una proposta culturale o sociale, come peraltro qualche esercizio su Campo Marzo riesce a fare con efficacia, dall’altra parte dell’esedra. È incredibile che l’assessore al sociale non abbia già pronta una soluzione alternativa: prima demoliamo un presidio di assistenza, poi penseremo a un’alternativa. Crediamo che progetti come le unità di strada in Campo Marzo volute dall’allora assessore Tosetto, team di professionisti e operatori che agganciavano le persone offrendo un reale indirizzamento verso i bisogni, siano immensamente più utili.
Altri soldi sprecati quindi, come l’inutile, costoso e peraltro spesso chiuso “distaccamento di Polizia Locale” davanti la stazione, simbolo dello spreco di risorse pubbliche, di poche idee e slogan a beneficio di becera propaganda