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Campo Marzo: Solo Slogan

L’associazione Civica Da Adesso in Poi, attraverso la voce del suo presidente Nicola Fantin, esprime vicinanza ai due agenti di polizia locale aggrediti pesantemente ieri in Campo Marzo e augura loro una pronta guarigione.

Non può però non condividere alcune riflessioni sulla situazione di Campo Marzo e sulla tanto proclamata lotta al degrado che questa amministrazione sta mettendo in atto nella nostra città.

Il continuo innalzamento dei toni, le dichiarazioni di fermezza e la decisione di istituire un presidio fisso con esercito e polizia locale si sta evidentemente rivelando una strategia fallimentare.

Fallimentare perché a fronte di pattugliamenti e conseguenti arresti, la situazione generale non sembra destinata a migliorare.
Chiunque sia passato in questi mesi per Campo Marzo sa benissimo che la situazione, a un anno di distanza dall’insediamento della nuova amministrazione, è addirittura peggiorata. L’ha fatto notare qualche mese fa persino Elena Donazzan, assessore regionale della Giunta Zaia e sostenitrice di Rucco da sempre.

Fallimentare perché sbandierare il pugno di ferro senza avere realmente gli strumenti per fronteggiare il fenomeno è pura propaganda politica: utile per recuperare consenso ma assolutamente inutile ai fini della soluzione del problema.

Fallimentare perché la richiesta avanzata alle forze di polizia locale – ovvero l’ordine pubblico e la battaglia contro spacciatori e trafficanti – non rientra assolutamente nelle loro competenze.

Si potrà obiettare che un Comune non può far altro che “arrangiarsi” con le risorse che ha a disposizione.
Ma le competenze di un Comune possono essere potenziate, mettendo in campo progetti e programmi che non si limitino al controllo della micro-criminalità, ma che cerchino di affrontare i temi alla radice.
Ad esempio, pensando a progetti di riutilizzo di Campo Marzo, il grande giardino urbano di Vicenza nel quale oggi nemmeno i bambini possono giocare a palla.
Ad esempio, lavorando a stretto contatto con le realtà che tentano di gestire i fenomeni migratori che coinvolgono la nostra città.
O ancora – in tema di tossicodipendenze – attivando collaborazioni con Regione e Stato per conoscere il fenomeno dello spaccio che dal Veneto giunge a Vicenza, o coinvolgendo il SERD e l’ULSS per capire le ragioni alla base dell’aumento del consumo di sostanze da parte dei giovani e giovanissimi.

Tutto ciò, con l’obiettivo rendere viva e frequentabile ogni zona della nostra Città, consci che ciascun cittadino abita mal volentieri luoghi presidiati. La presenza dell’esercito infonde certamente un immediato sentimento di sicurezza, ma, implicitamente, anche la sensazione di vivere in un contesto potenzialmente pericoloso.

Rinnoviamo perciò con forza l’invito all’Amministrazione di ampliare il ragionamento su questo fenomeno e di attivarsi formalizzando collaborazioni a più ampio raggio.
Temiamo altrimenti che episodi come quello di ieri si possano ripresentare, a Campo Marzo come in altri luoghi della città in cui il fenomeno si è diffuso capillarmente.

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