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“CHIAMATA ALLE ARTI”, una proposta di DAIP per la cultura a Vicenza dopo il coronavirus

Al presidente del Consiglio Comunale

avv. Valerio Sorrentino

 

 

Al Sindaco del Comune di Vicenza

avv. Francesco Rucco

 

All’Assessore alla Cultura

avv. Simona Siotto

 

 

 Vicenza, 6 maggio  2020

 

MOZIONE: “CHIAMATA ALLE ARTI”, Una proposta di DAIP per la cultura a Vicenza dopo il Corona Virus

 

PREMESSO CHE:

– Vicenza è ricca di attività culturali di caratura diversa e oggi ha tremendamente bisogno di tornare alla vita dopo un sonno prolungato ed obbligato. Il ritorno alla normalità deve essere punteggiato da una molteplicità di attività organizzate dalle associazioni culturali con un unico obiettivo: far rivivere la città e i suoi luoghi perché non c’è cultura senza condivisione e non c’è città senza cultura;

 

– La cultura, a Vicenza e non solo, esce molto malconcia dal Lockdown dovuto alla pandemia da Coronavirus. Musei, Biblioteche, Archivi, Teatri, Cinema, Orchestre e gruppi musicali, nonché il ricco tessuto associazionistico culturale che già sopravviveva a fatica, rischia di non superare questa terribile crisi. Questo nonostante abbia dimostrato la propria capacità di alleviare le difficoltà di molti attraverso una creatività inesausta nei giorni della chiusura totale;

 

– Il Consiglio comunale nella seduta del 29 gennaio 2019 ha approvato all’unanimità la mozione presentata da tutte le minoranze per chiedere alla Giunta di presentare la candidatura di Vicenza a Capitale Italiana della Cultura.

 

CONSIDERATO CHE:

– È necessario sostenere rapidamente le realtà culturali permettendo loro di recuperare, almeno in parte, quanto hanno perduto in termine di ricavi indispensabili alla loro stessa sopravvivenza, nella considerazione che esse rappresentano l’anima della città, alla quale non è possibile rinunciare;

 

– È dovere di una amministrazione rigenerare il senso di comunità, che è la vera risorsa di una città, riportando alla vita tutti i luoghi di partecipazione e di condivisione. Occorrere quindi declinare diversamente il concetto di “partecipazione”, a partire dal ruolo di alcune grandi istituzioni come la Biblioteca Bertoliana, che si accinge ad un passaggio cruciale della sua storia; ma anche la Basilica, col suo essere contenuto e contenitore culturale e cuore della città;

 

– Il Comune ha appena annunciato che la seconda grande mostra in programma in Basilica, dedicata al Rinascimento, non si farà a causa dell’impossibilità di ottenere i prestiti dai musei d’oltre oceano. È una ragione comprensibile che tuttavia non giustifica l’assenza di un piano B. Per le grandi mostre è stato fatto un investimento in termini di struttura espositiva flessibile che può essere messo a frutto anche ospitando mostre di minore caratura e tuttavia rilevanti;

 

–  la “clausura forzata” ha imposto una fruizione massiccia di film alla tv. È stato il trionfo di Netflix, di Sky, di Prime, per chi poteva permetterseli, della RAI e dei canali free per tutti gli altri. Vicenza ha diversi teatri e una invidiabile rete di sale cinematografiche di medie-piccole dimensioni nel centro cittadino, che integrano l’offerta dei multisala periferici. Il lockdown ha messo in ginocchio la gestione di questi luoghi e il rischio concreto è che alcuni di questi possano fare molta fatica a riaprire. Cosa che andrebbe a costituire un terribile impoverimento per il tessuto cittadino.

 

RITENUTO CHE:

– Sarebbe quanto mai opportuno attivare un dibattito sulla Cultura a Vicenza dopo il Coronavirus, perché se è un luogo comune dire che “nulla sarà come prima”, è altrettanto vero che molte cose sicuramente cambieranno.

 

 

TUTTO CIO PREMESSO I CONSIGLIERI COMUNALI IMPEGNANO L’AMMINISTRAZIONE A:

 

  • Offrire un supporto concreto da parte del Comune ai teatri e alle sale cittadine per una grande operazione culturale e cinematografica, meglio se rivolta ai giovani. Una programmazione mirata a conoscere e a riscoprire i “grandi classici” del passato, ma anche quelli moderni e contemporanei, con biglietti acquistati a prezzo pieno dal Comune e donati alle scuole, magari attingendo le risorse dal fondo di solidarietà o cercando delle partnership con enti privati: una grande operazione di cultura “win win”;
  • Predisporre una sorta di bilancio partecipativo culturale per poter offrire al mondo giovanile vicentino la possibilità di realizzare un’ idea, un progetto, un contenuto che possa diventare poi patrimonio culturale della nostra città;

 

  • Dare l’opportunità ai collezionisti di dare vita a rapide esposizioni monografiche, in Basilica Palladiana o in altri spazi cittadini, basate sulle loro collezioni, che sicuramente possono riservare significative sorprese, sulla falsariga di quanto aveva fatto anni fa, per esempio, Luca Massimo Barbero valorizzando le numerose collezioni private del Veneto e del Vicentino in particolare. Cosi come coinvolgere l’Ordine degli architetti per immaginare almeno un paio di eventi dedicati all’architettura contemporanea;

 

  • Creare un comitato culturale permanente di coordinamento composto dalle varie istituzioni, organismi e associazioni culturali cittadine, al fine di promuovere la candidatura di “Vicenza Capitale della Cultura Italiana”, distinguendosi come città capace di dar vita a proposte concrete e creative che facciano fronte alle limitazioni imposte dal Coronavirus. Una prima proposta semplice, ma efficace potrebbe essere quella di realizzare un calendario di iniziative culturali estive da offrire alla collettività.

 

 

 

I Consiglieri Comunali

Sandro Pupillo

Giovanni Selmo

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