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Intervento del Consigliere Selmo sul futuro di AIM

La domanda principale resta sempre una:

Perché?

Perché ora? Perché con questa fretta?

Avete ereditato una società PORTATA a reggersi sulle proprie gambe, risanata.

Una società che OGGI non avrebbe bisogno di operazioni avventate.

E allora: chi ce lo fa fare?

Acqua, beni elettricità, trasporti, sono servizi e asset fondamentali, forse l’unico vero asset rimastoci visto il fallimento di qualsivoglia progetto regionale, vedi le banche, le fiere..

Cosa ci guadagniamo, davvero, da questa operazione?

Non è provocazione, la nostra. È Preoccupazione per una scelta politica che non capiamo.

Questa è una operazione quantomeno azzardata: lo ribadiamo dal primo giorno, perché in fondo il fil rouge, dall’inizio, è sempre stato quello di far entrare A2A.

E sappiamo che la nostra sensazione è largamente condivisa da molti, in maggioranza: perché mancano piani, dati, si procede dritti verso un’unica soluzione, senza gara e senza il mandato di questo Consiglio.

L’operazione con Verona che l’Amministrazione di centrosinistra aveva portato a un passo dall’approvazione, invece, era una VERA operazione: una reale fusione tra le due municipalizzate: AGSM Verona, che AL TEMPO, fatturava circa 800 milioni di euro, e AIM, circa 300 milioni di euro. Una chiara linea di indirizzo era stata discussa e votata in Consiglio Comunale.

Si era arrivati a una quota – quella si – lusinghiera: 58 – 42.

Questo perché AIM, dal punto di vista della redditività, era – anzi è – micidiale, nonostante un fatturato molto più basso – e perché AIM è più in salute sotto tutti i punti di vista, anche e soprattutto per la sua gestione e per il grande radicamento sul territorio.

Se alleanza deve essere, e su questo non siamo mai stati contrari, che sia pesata bene. Ma QUESTA alleanza significa solo una cosa: diminuire il valore della società – pesare meno

Qual è la nostra strategia, amministratore Vivian? Quale il beneficio per i vicentini e quale per a2a?

Non si venga a dire che è un problema immediato, perché non è vero!

Certo, non si può rimanere piccoli, ma perché questa immotivata fretta, che mai aiuta nello scegliere con consapevolezza?

Perché i futuri partner industriali di Aim non vengono individuati con una procedura informata, trasparente e pubblica?

Perché scegliere A2A a tavolino e non mettere in competizione i soggetti interessati? Come ad esempio Hera, che ha presentato manifestazione di interesse e che non è stata nemmeno chiamata per essere valutata dall’advisor, pur avendo presenza e dotazione importante in Veneto. Ieri per voce del suo Presidente esecutivo ha dichiarato a proposito di questa operazione – cito – : “il modo in cui è stata scelta la strada non corrisponde pienamente alle regole del gioco”.

Se AIM non sarà più dei vicentini, se la si vuole lasciare andare, perché non venderla allora? In questa operazione, invece, nemmeno della liquidità. Perchè non facciano una gara come ha fatto Ascopiave, che è riuscita ad incassare molto, moltissimo?

Non è dato sapere.

Noi, questa fretta di assistere all’estinzione della nostra municipalizzata, non la abbiamo. L’unica fretta che ci muove è quella di garantire futuro a una società di territorio, del territorio – una società che in questo modo può incidere tantissimo:

  • Politiche sui cambiamenti climatici
  • Impianti energetici migliori (come i led)
  • Utili da far tornare al territorio per esempio nel sociale

Siamo passati da un’operazione dove eravamo comunque ago della bilancia, all’assoluta minoranza. Si è rinunciato a fare un integrazione forte PRIMA, quotandosi in Borsa per avere più potere di contrattazione, per POI andare da un terzo partner. Ebbene, il terzo partener che avete scelto in questa operazione, a scatola chiusa, senza gara, una volta entrato, comodamente e senza pagare nulla, si prenderà tutto, un poco alla volta.

Per questo sentiamo il dovere di preservare questo bene dei vicentini e mantenerlo fino a quando non si presenti qualcosa di davvero favorevole. Senza per forza vendere altrove i nostri asset strategici e di eccellenza. La storia industriale di Aim, l’indotto per le imprese Vicentine, compresi i bulloni AIM compra in una azienda vicentina, non valgono uno scambio politico.

Vogliamo pensare a come condividere l’impresa con le famiglie, con le società del territorio, studiando una multi utility DAVVERO NOSTRA: questa, crediamo, è la vera autonomia. Senza per forza consegnarci a una storia già nota: vendere al colosso per tenersi le briciole.

Grazie.

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