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QUALE PROGETTO DI GESTIONE PER PALAZZO THIENE?

La notizia che Palazzo Thiene entrerà almeno fino al 31 dicembre 2021 nel circuito museale cittadino mi preoccupa, ma soprattutto mi lascia stupefatto. Stupefatto per più ragioni: perché l’assessore Zocca parla di una bozza di progetto di gestione già pronta che scavalca il lavoro che si stava svolgendo nella commissione presieduta da Caterina Soprana. Perché durante le interlocuzioni con alcuni soggetti (tra cui l’Accademia Olimpica, il Fai, la Fondazione Roi e il CISA) erano emerse delle chiare indicazioni su cui poggiare le fondamenta per un progetto di gestione serio e credibile per valorizzare al meglio palazzo Thiene. E perché, a differenza di quanto ha dichiarato Zocca, è l’Amministrazione a non aver mai coinvolto seriamente i soggetti culturali che avevano manifestato interesse rispetto ad un progetto di gestione da condividere assieme.

Così facendo, a mio parere, si sta scegliendo di confinare il palazzo ad una gestione che sicuramente non esalterà il valore del gioiello palladiano e soprattutto l’Amministrazione – che più volte per voce del Sindaco e dell’assessore Zocca – non sta mantenendo fede alla promessa di un percorso di autentica condivisione con le minoranze per definire il progetto di gestione. Quel percorso che in Commissione era cominciato a fine maggio, ma che evidentemente era uno specchietto per le allodole visto che Rucco e Zocca nella stanza dei bottoni avevano già chiaro quale fosse il progetto da stendere.
Sia chiaro che a queste condizioni non è pensabile alcuna condivisione.

Io ho votato convintamente l’acquisizione di Palazzo Thiene, nonostante alcune persone di cui ho grande stima mi avevano sconsigliato caldamente di farlo, perché ho sempre ritenuto corretto garantire il trasferimento del palazzo e delle sue collezioni al patrimonio pubblico. Lo dico per rispedire al mittente le eventuali accuse di strumentalizzazione. Lo dico perché questo inspiegabile sipario calato su palazzo Thiene mi rattrista molto.

E se queste sono le premesse per delineare il progetto di Vicenza capitale italiana della cultura allora non c’è davvero da stare sereni.

Sandro Pupillo presidente e capogruppo di Da Adesso in Poi

 

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