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Un’amministrazione dal respiro corto

A qualche giovanotto non è stata insegnata per bene l’educazione e ci troviamo i palazzi storici imbrattati di stupidità ed ignoranza” – è questo l’ultimo pensiero pubblico che l’Assessore allo Sport Matteo Celebron ha regalato alla cittadinanza, stavolta per commentare l’ordinanza comunale contro chi si siede al Chiericati.

Non entro nel merito di questa vicenda per un motivo: nel dibattito mediatico e nel servizio amministrativo per la Città, da poco parte della mia vita, sono (siamo) costretti a commentare ogni giorno, continuamente, parole e “proposte” del genere: le foto dei consiglieri di fianco ai senzatetto e ai profughi, le ordinanze sulle panchine, sui gradini del Centro, sui luoghi di aggregazione… Giorno dopo giorno, post dopo post.

Abbiamo capito, purtroppo, di cosa parlerà l’Amministrazione per i prossimi 5 anni. Ma vorrei fare una riflessione, al di là del solito commento sul bollettino di guerra che quotidianamente siamo costretti a leggere tramite le note comunali e nei dibattiti consiliari. Al di là delle raccolte firme, delle pagine su facebook, delle manifestazioni e dei discorsi in Consiglio.

Tutto questo è svilente. Non è giusto che in Città non si parli d’altro, che a Vicenza non si offra un minimo di luce su ambiente, sport, comunità, cultura; che non si dedichi un decimo della stessa attenzione (che è solo mediatica) ai tanti altri aspetti che fanno d Vicenza una città così ricca di storia e di storie da raccontare.
Oggi, per esempio, quanto mi sarebbe piaciuto aprire il giornale e leggere con altro spirito la storia di Gelindo Bordin. Un personaggio da conoscere: il primo italiano a vincere la maratona olimpica, Il 2 ottobre del 1988 a Seoul, e l’unico ad aver vinto la maratona di Boston. Proprio così: il primo oro di un italiano nella Maratona, un vicentino.

La sua storia mi incuriosisce particolarmente perché correva con mio papà in quegli stessi anni. No, non lo conosco personalmente come lo ha conosciuto lui, io 30 anni fa stavo per nascere.
La sua storia, così interessante e così nostra, così vicentina, oggi la si trova ovviamente su Gazzetta, Repubblica, anche sul Giornale di Vicenza, dove c’è solo un articolo, senza nessun omaggio istituzionale. “A qualche giovanotto non è stata insegnata per bene l’educazione”, scrive oggi Celebron. Condivido pienamente. Ecco che, dopo aver perso i mondiali di ciclismo, l’amministrazione non si degna nemmeno di ricordare la storica vittoria di Bordin, preferendo commentare altro, non certo temi legati all’Assessorato.

Sono nuovo al mondo della vita amministrativa e tante dinamiche le sto sperimentando e imparando “dal vivo”, mi servirà ancora del tempo. Trovo però grave che chi amministra la nostra Città non abbia avuto una parola da spendere, non abbia trovato un ricordo, un omaggio da portare: niente di niente.

Mi ha colpito particolarmente una risposta riportata sull’intervista di Repubblica di oggi, che vi lascio qui sotto. Il giornalista chiede: “Dove risiede la maratona, nelle gambe, nella testa, nel cuore, nei polmoni?”

Trovo la risposta molto bella, e in questa giornata di autunno, mi mette davvero di buonumore, anche per affrontare questi 5 anni.

“La maratona è ovunque. Ha una componente spirituale che nessuno vede ma è cruciale. Ti insegna ad aspettare e poi anche a colpire, è una metafora dell’esistenza. Ho messo a frutto l’esperienza della vita nei campi di Longare nella quale son venuto al mondo: attendere la semina, il raccolto, l’uomo deve assecondare le stagioni, non aggredirle. Così la maratona, che va ascoltata, come una canzone. I miei genitori hanno vissuto la guerra. Si sorrideva diverso”.

Viva lo sport, viva Vicenza!

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